Non mi prendere per il culo.
No, niente effusioni, la bocca ti puzza di cadavere.
Come al solito.
Sai, esistono gli specchi.
Hai paura che ti ridano in faccia?
Hai paura che gli specchi vedano i tuoi occhi cancellati dalla droga?
Va be’, non me la sento di lasciarti fuori di notte in questo stato. Entra ma non fare casino, okay?
A volte di notte il tempo può fermarsi, dico fermarsi totalmente, non so se mi spiego.
Tutte le lancette di tutti gli orologi del mondo si fermano e BANG!… è come un colpo di pistola dritto nella gola…
senti il ferro nell’esofago che brucia da morire, ma tu non sei morta… non sei morta ma nemmeno viva, sei… fuori dalla vita, capito?
Non sei morta, sei come sospesa chissà dove, tipo in un film girato male, pieno zeppo di orribili ieri… finché quelle lancette, tutte quante, le lancette di tutti quei fottutissimi orologi non riprendono a fare tic-tac.
E allora… allora, più dura quell’istante, più ti rendi conto di quanto hai fatto schifo fino a quel momento, e ti rendi conto che quel momento potrebbe non essere l’ultimo, anche se un po’ in fondo ci speri.
Acqua del rubinetto.
Acqua del rubinetto oppure prendi quella porta e vai a leccare la prima pozzanghera che trovi per strada, chiaro?
Inutile che mi guardi così. Siediti sul divano e cerca di darti una calmata.
Lo sapevo, ancora…
… abbiamo scopato, okay?
Tipo su questo divano.
Sei contenta? Adesso sei contenta? E non fare scenate con me…
… ti piace sentirti dire queste cose, sei venuta apposta per farti umiliare, ci scommetto.
Ma guardati, cazzo, prendi un cazzo di specchio e guarda come ti sei ridotta.
È vero, ma che ci vuoi fare? Il fatto che tu sia mia sorella non mi preclude la possibilità di fotterti il ragazzo.
No, non è filosofia… semplicemente ci provo gusto.
Cosa? No, non se ne parla. Tu sei pazza, ti sei completamente fusa il cervello a furia di BANG BANG!
Ehi, toglimi le mani di dosso, toglimi quelle luride di mani di dosso, capito?!
Merda, mi hai rosicchiato il collare di Guerlain.
E adesso chi lo sente!
Ha detto che l’ha pagato tanto così… Ha detto ‘uno special gift per la mia bitch’.
Cazzo, si può essere più deficienti? C’è mancato poco che gli scoppiassi a ridere in faccia, ci credi?
Ma poi chi me li ripaga i denti?
No, ti ho detto di no, sei sorda? Piantala di urlare, si può svegliare.
Oggi non hai preso la fatina delle nevi, eh?
Se sei così in down vado a prenderti qualche goccia di Xanax, non più di una dozzina però.
E allora? Ci ho pensato, ma è acqua passata.
Hai ragione e poi non gli si rizza più come una volta, ma… sarà il caso, cioè tipo gli avvocati e tutto il resto?
Voglio dire, quello della biro, è stato un incidente no? Mica l’ha fatto apposta, voglio dire, mica era lui, ti pare?
Cioè eravate gonfi tutti e due, a bordo piscina e… con quelle biro tatuavate sulle guance i vostri nomi.
La biro gli si è spaccata in mano mentre vi baciavate e tu eri diventata metà blu tipo David Bowie…
… Ma come chi? Il cantante, insomma quello figo che assomiglia ad Achille Lauro.
E quando lui ti ha guardato e si è accorto che nel tuo occhio c’era tipo un calamaro?
È scappato via tutto nudo, manco avesse visto un mostro riflesso in uno specchio…
Dio cosa non erano quelle chiappe sgocciolanti inchiostro al chiaro di luna!
E comunque ci vedi ancora, mica ti ha asportato via la retina o roba simile, credo.
Boh, non lo so… tutta ‘sta tragedia… mica devono per forza morire tutti perché la storia sia tragica.
Gesù… ora mi ricatti, mi ricatti sul serio?
Piantala, non frignare così. Ho detto piantala, non sei più una bambina… ti piacerebbe, lo so.
Vieni qua, scemina.
Quanto?
Io però non faccio nulla, sia chiaro.
No, sono lenzuola pulite, sono le lenzuola della mamma, quelle con le farfalle azzurre, ricordi?
E poi se vado in lavanderia conciata in quel modo sembra che ho ammazzato qualcuno.
Usa il posacenere di cristallo.
Sì, è pesante. Senti.
No, a pezzi no.
Il tappeto, è l’unico modo.
L’Inesistente
Credits: Blue butterfly by Vladimir Nabokov – https://www.theguardian.com/books/gallery/2016/may/26/vladimir-nabokov-butterfly-art-illustrations