Spingi il passeggino sulle dune fangose della zona industriale con ciminiere e balle di fieno a esaurire lo sfondo in lontananza, le ruote tempestate di Swarovski girano su se stesse come trivelle destinazione inferno, lo zaino con tutte le cose è nel passeggino, accuratamente riposto, e il bambino è agganciato al marsupio sul cuore schizzato di fili d’erba, le tue iniziali da socialdiva in fuga, in compenso, luccicano intonse sulla borsetta romboidale nera, hai appena lanciato un brand e non sarà una guerra o quello che è a dissolvere i tuoi orizzonti di gloria, con tutti i podcast di personal branding che ti sei sorbita con l’earbud color carne, invisibile nell’orecchio sinistro, sorrisetto pseudo malizioso al prof., aggiustatina inutile ai capelli, sguardo concentrato, prendevi appunti, i tuoi appunti, quelli che ti servivano per il successo, mica quella robaccia di filosofia, so di non sapere ma che diavolo vuol dire Socrate, provasse a dirlo ai militari che hanno iniziato a sparare in massa per la città, provasse a spiegarlo a loro, il sapere di non sapere, si beccherebbe come minimo una pallottola dritta su quel grugno da satiro snob sbavafanciulli, altro che morte ironica, qui si spara al di là dell’amore e della sapienza, si spara per ciò che si sa di sapere, le dosi sono terminate, si spara a tutti i non vaccinati, quelli che i sensori dei fucili con l’oculoapp incorporata individuano come sagome di calore infetto anche attraverso i muri, i fucili sparano attraverso i muri delle case in lockdown e ti trapassano la nuca mentre stai portando alla bocca il cucchiaio con i cornflakes alle sette di mattina, il sangue cola nel tazzone del latte proprio dalla bocca, lentamente, mentre gli altri seduti a tavola potrebbero pensare a uno scherzo macabro, i tuoi occhi sono ancora aperti, il braccio è ancora teso a mezz’aria, così hai deciso di farlo, attraversare la zona industriale spingendo un passeggino, un piano di fuga semimprovvisato mentalmente in videochiamata con la tua migliore amica, che non finiva di asciugarti su quello di quinta bono da morire, e va bene sarà pure bono, le hai detto pettinando la nuova Barbie da te ideata e stampata in 3D all’ufficio di papà, ma hai visto come si veste, chissenefrega come si veste amò, i vestiti glieli tolgo io a morsi, e smettila, adesso scommetto che stai pensando che sono volgare, no, penso che sia carino ma deve ancora dimostrare di saperci fare, voglio dire vi sarete visti si e no un paio di volte su Zoom, questo è vero, ma il privilegio del dubbio lo rende ancora più sexy, se lo dici tu, mi sta uccidendo, credimi amò, non ti pare che assomigli tremendamente a Ryan Gosling, mi farei fare tipo qualsiasi cosa, non passa un istante che, senti devo dirti una cosa però giurami, che succede, hai in testa un nuovo accessorio segreto per la tua Barbie, no scema, giurami che, ti stai sentendo con qualcuno e, no è una cosa seria, ascoltami ho deciso di farlo, non ce la faccio più a stare chiusa qui dentro, prendo mio fratello e domattina prima dell’alba sloggio, hahaha, ho compattato tutto nello zaino per le escursioni in montagna di mio padre, e ci sta nel passeggino, ho fatto una prova, tu sei tutta matta amò, ovviamente ho dovuto rinunciare ai tacchi, è uno scherzo vero, allora ti allontani, e giri pianissimo la chiave dorata nella toppa, quindi tiri fuori lo zaino supercompatto di tuo padre e lo avvicini allo schermo dell’iPhone, ho messo leggins scrub tablet assorbenti e, guarda che si vede il tacco tredici rosso Valentino che ti spunta dalla zip, okay ma solo quello giuro, è lo stretto necessario, le abbiamo comprate insieme quelle scarpe ti ricordi, sì tu lei hai comprate e io ti ho guardato comprarle, ma se le hai provate anche tu e te le ho prestate più di una volta, una volta sola perché ho minacciato di spifferare la storia del tuo auricolare da business girl in incognito, ascolta faccio sul serio, tu devi aiutarmi, ma sei matta se esci ti sparano e io ho bisogno di te più o meno per tutti i prossimi lockdown che ci separano dal giudizio universale, me la caverò, è tutto sotto controllo, dici sempre così amò, mi sono mai sbagliata, ancora no ma non mi pare il caso di mettere alla prova la tua infallibilità in questo momento storico, con il piccolo attaccato a me i fucili non mi spareranno sapendo che lui è una sagoma verde, sono fucili di alta precisione amò, sono pur sempre degli esseri umani, i cecchini, o no, userò il passeggino per trasportare lo zaino che nonostante abbia rinunciato all’essenziale pesa più di me, e terrò mio fratello nel porta bimbo, quello che gli fa ciondolare la testa tra le tette, esatto, vuoi far finta di essere incinta, no, probabilmente mi sparerebbero lo stesso e porterebbero mio fratello in qualche laboratorio top secret per vivisezionarlo, così nessuno saprebbe niente, e allora, e allora non capisci, ne farò un caso politico, sarà la story più visualizzata di sempre, pensaci, ragazza adolescente in fuga con il fratellino verso un futuro migliore per l’umanità soggiogata dalle multinazionali del vaccino, provino pure ad uccidermi se è la rivolta civile che desiderano, a me pare che tu voglia solo farti pubblicità, non te ne è mai fregato niente della politica, può darsi, ma ho deciso, la politica mi serve come il pane se voglio sfondare, e dove andrai, c’è una casetta bianca che mio padre aveva costruito vicino al lago, saranno sette miglia non di più e, ma sarà distrutta sono passati secoli, lui era un ingegnere aerospaziale tesoro prima che i cecchini, scusami, non fa niente, lo faccio anche per lui, credo, ma quella mica è un’astronave, uffa, se la casetta bianca è distrutta mi farò venire un’altra idea, tipo, tipo un rifugio, ho guardato un botto di tutorial su come si costruisce un rifugio, questa poi, uno l’ho visto te lo giuro, e io cosa devo fare, nulla, mantieni il segreto as usual, scema, ti scrivo quando sono per strada così puoi cominciare a scatenarti sui social, in cambio però voglio quelle scarpe, se sopravvivi, ovviamente, ottimo motivo per fare il tifo per me, e voglio anche che ti impegni a shipparmi con quel bono di quinta prima della fine dell’anno, farò il possibile, adesso però mi chiamano per cena, sta’ attenta amò, se capisci che, tranquilla tesoro, so quello che faccio, baci, ciao ciao, così hai chiuso la telefonata e sei andata al cenone di Natale sbrilluccicante di sotto, scendendo le scale con il nodo alla gola perché avresti dovuto mentire ai conviventi e ai parenti distanziati in mascherina al tavolo della cucina, anzi, avresti dovuto non dire la verità, che forse è peggio, in quella cucina così piccola rispetto al resto della casa, avete tappezzeria Dolce & Gabbana in salotto e nelle camere da letto, e una infinity pool vista oceano all’ultimo piano, eppure quel frigorifero tutto ammaccato era sempre il solito da tempo immemorabile, magari papà aveva imposto alla mamma di tenerlo perché gli ricordava qualcosa, perché la mamma invece preferiva buttare via le cose vecchie, e ti portava alle sfilate e parlava a lungo con te dei tuoi disegni e di come spaccare il mondo, altro che Ferragnez, papà invece era uno che come Socrate sapeva di non sapere, a volte, ma nel suo lavoro era top, una volta sei entrata nel prototipo di un’astronave, non ti ha fatto impazzire, tutti quei racconti dello spazio, che poi erano quelli di Asimov o di altri scrittori di fantascienza perché lui nello spazio ci era stato solo con l’immaginazione, però era contento di presentarti a tutti i colleghi come la sua principessa Irulan, e tu sorridevi, non come al prof., ma felice e un po’ imbarazzata perché non sapevi di cosa stesse parlando e nemmeno ti interessava, ma sapevi che per lui era un gran bel complimento, anche perché i colleghi nerd di tuo padre ti guardavano davvero come una principessa dello spazio venuta a far visita agli operai del suo Impero, e poi su Wikipedia l’hai cercata, questa Principessa, e in effetti era molto bella e ti assomigliava, fatta eccezione per l’acconciatura che il tuo parrucchiere ha giudicato antica, ma tu gli hai detto che non sapeva niente della principessa Irulan, che era una grande donna e quindi doveva farti i capelli come lei, avresti provato a creare una nuova tendenza, così quando papà è rientrato a casa tu sei apparsa sulle scale con un costume ispirato al film cucito alla velocità della luce, e lui ha sorriso, ha aperto il frigorifero e si è stappato una birra per godersi la scena, mentre tu, porgendogli un fagottino di raso pieno di pot-pourri, con voce extraterrestre gli hai detto, in questo periodo la più preziosa e vitale sostanza dell’universo è la spezia, la spezia allunga il corso della vita e aumenta la conoscenza, la spezia è essenziale per annullare lo spazio, perciò l’ho raccolta tutta per voi, mio imperatore, prendetela, è vostra, allora avete ordinato del sushi e lo avete messo su delle barchette di bambù, e avete cenato come dei veri sovrani intergalattici contemplando lo skyline a bordo della piscina riscaldata, vicinissimi, è stato il vostro primo esperimento padre-figlia di annullamento dello spazio, e ne avete fatti altri, soprattutto quando tua madre era fuori per qualche vernissage e il secondogenito non era ancora tra le balle, però papà non sarebbe affatto fiero di ciò che stai architettando adesso, mettere a repentaglio la tua vita e quella del tuo fratellino per dare spettacolo sui social, forse non è stata una grande idea, adesso che spingi il passeggino con lui che ciuccia Mickey Mouse e non sa che avete dei puntatori laser addosso, non sa che cecchini invisibili vi scrutano con le loro oculoapp per decidere se uccidere la presunta giovane donna gravida e sbarazzarsi del bambino o se attendere ordini dall’alto su come procedere, cominci ad avere paura, sicuramente stanno aspettando ordini dall’alto, la tua migliore amica ha ricevuto il segnale e la tua story è già proiettata su tutti i social, sfidare la morte così, che sciocchezza, sei proprio una ragazzina viziata, altro che principessa delle galassie, ti guardi attorno e hai paura, sempre più paura, senti la morte che ti lecca dove si posano i puntatori laser dei cecchini, pustole da varicella, prurito crescente sulla pelle, la morte è il fumo nero che esce dalle ciminiere, dovrebbero essere disattivate, ma lì dentro il mondo che resta continua a bruciare e forse anche una parte di te, prendi l’iPhone e vedi te stessa sullo schermo spingere il passeggino da tutte le angolazioni, su Instagram i follower aumentano a dismisura, hai superato CR7 in pochi minuti, continui a camminare verso il lago, verso la casetta bianca che tuo padre aveva costruito per fare dei pic-nic e giocare a scacchi in attesa che smettesse di piovere, era proprio tutto bianco, c’erano due sgabelli e un tavolino molto semplice, la porta non aveva serratura perché dentro non c’era niente da rubare, sul display compaiono le breaking news, la BBC dice che una liceale sta sfidando il Terrore vaccinale attraversando con un passeggino la zona delle ciminiere, non è ancora appurato se la giovane donna sia incinta, l’OMS dichiara che il suo nome, così come quello di suo padre, ingegnere aerospaziale ucciso alle 7:43 AM l’altro ieri da un proiettile governativo, fosse escluso dalla lista del settantacinque per cento dei cittadini cui è stato legalmente somministrato il vaccino, Le Monde dice che la giovane ribelle si dirige verso i boschi, ha sfruttato la sua popolarità di teen influencer per lanciare un messaggio politico, il governo non potrà ignorare tale germe rivoluzionario, questa ragazza è la pulzella d’Orleans della ribalta antivaccini, la CNN dice che i cecchini stanno accerchiando la sagoma rossa della sediziosa, non si sa dove sia diretta, ma non pare avere scampo, sarà il governo a decidere se giustiziarla in mondovisione per dare l’esempio o se prima concederle di partorire l’anima innocente che reca in grembo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, ecco la casetta bianca, la vedi sorgere a pelo d’acqua tutta sfasciata, il soffitto ha ceduto, ha ricominciato a piovere e ci piove dentro, ti siedi su ciò che rimane di uno dei due sgabelli, il fratellino ha cominciato a strillare e ti sbava sulle tette con il ciucciotto ancora in bocca, caro papà, dovresti risorgere e accomodare questa casetta, così potremo giocare una partita a scacchi insieme, ti prego giochiamo almeno quest’ultima partita, ti faccio prendere i bianchi, se vuoi, devi aver sofferto molto in paradiso senza di me, ti prego, solo quest’ultima partita e prometto di non barare, prometto di tornare a casa e di comportarmi come la principessa Irulan prometto, ferma dove sei puttanella ti dichiaro in arresto, urla un cecchino alle tue spalle, ti aspettava in un angolo, sopra di te senti uno sciame di elicotteri, sembrano sul punto di schiantarsi sulla casetta bianca, il cecchino ha degli occhiali giganti con l’oculoapp, ti vede come una sagoma rossa con attaccata, più piccola, una sagoma verde, tu lo vedi come un personaggio interpretato da Ryan Gosling, un gran bel pezzo di manzo che non sa di non sapere, la punta gelida del suo fucile tocca la tua fronte, pensi al sacchetto con la spezia che hai messo nella tasca esterna dello zaino e ti chiedi se in quel momento possa aiutarti ad annullare lo spazio, così fai per aprire la tasca, il cecchino urla qualcosa, anche il fratellino urla qualcosa, il ciucciotto di Mickey Mouse gli cade nella melma, riesci ad afferrare il sacchetto e rovesci la spezia nell’aria, il cecchino spara, attraverso il foro sulla tua fronte s’intravede il bianco della parete retrostante.
L’Inesistente
Credits: British Culture Archive. Consett, County Durham, 1974. Photo © Don McCullin