Scusa amico non ho potuto fare a meno di notare la tua scatola di fiammiferi, scusa davvero ma è mezz’ora che sto cercando da accendere e sai quando hai le sigarette ma tipo hai una voglia matta di fumarti quella cazzo di roba incatramata che non vede l’ora di prendere fuoco nella tua mano, ma frughi dappertutto e non trovi niente, neanche una scintilla rimasta appiccicata in fondo alla tasca sporca dei pantaloni, e nessuno fuma e fuori c’è tipo la guerra e se esci ti arriva un proiettile tra capo e collo e tipo ti fanno saltare via la testa, ecco, scusa, roba da manicomio, poi vedo te, così pallido e assorto, con quest’aria da poeta maledetto e la scatola di fiammiferi e mi dico chissenefrega se non sa che al Club 54 i fiammiferi sono illegali proprio perché c’è la guerra e qui tra sonde Let it be e piromani sciolti che abbaiano nel deserto sai quanti incendi, ma poi dico ehi ha i fiammiferi e quindi magari ci scambio due parole prima di sbrindellarlo come dio comanda e appenderlo al soffitto come tutti gli altri materassi della luccicanza, perciò mi siedo, ti metto una mano sulla spalla in segno di complice distensione e mi presento: qui tutti mi chiamano Red Face.
Così dicendo Red Face strappò gentilmente di mano la scatola di fiammiferi al commesso, ancora indeciso se darsi alla fuga o assecondare il nuovo arrivato, un po’ per curiosità, un po’ per strategia, un po’ perché le gambe gli dolevano e Red Face, forse involontariamente, sedendosi lo aveva bloccato facendogli scivolare sulla tibia il suo polpaccio muscoloso da bimbominchia montanaro dedito a quotidiane ecatombi di cervi, e la tibia, malconcia dopo i tafferugli con il paramedico e le crisi mistiche nella pancia della mucca, si sarebbe spezzata come un grissino al minimo movimento scattoso. Inoltre, la donna che accarezzava il coniglio bianco con la mano monca non si vedeva più, ma non sapeva se quelle quasi parole pronunciate prima di sparire fossero un monito riferito a Red Face incombente alle sue spalle con gli occhi infiammati di bosco smeraldino o un invito a seguirla sul retro del Club 54 per farsi chiavare come una candida coniglia senza zampa.
Lo vuoi un drink? Offro io! Red Face lo scrutava attraverso il fumo appena emesso con visibile soddisfazione; aveva stretto gli occhietti e i boschi si erano fatti fitti fitti: i rami degli alberi, strizzati dalle palpebre e in preda alle fiamme, si arricciavano all’esterno come microspirali di lucciole verdi. Sulla guanciotta sinistra si era scritto il numero 54 con il rossetto; il tratto era netto e virtuoso, probabilmente non era la prima volta che lo faceva e magari sapeva anche disegnare.
Il commesso decise che Red Face lo sbruffoncello poteva essere tranquillamente un piromane in incognito, anzi, il presidente dell’associazione dei piromani che abbaiano nel deserto, benché biondiccio, piuttosto bassino e con un’occulta passione per i manga. Decise anche che non gli stava antipatico, e che dietro quella fronte stretta aggrottata da acne imperitura e quel sorrisetto da post adolescente disturbato che ascolta hip hop peso ma guarda Sailor Moon in lingua originale toccando la tastiera del PC con le mani bisunte di chips per regolare la retroilluminazione dello schermo, si celava un animo nobile o, almeno, una belluina tendenza alla fedeltà e alla distruzione che avrebbe potuto tornargli utile.
Certo! Esclamò il commesso, per nulla lusingato dal fatto che tutti volessero offrirgli un drink. Inoltre, la frizione tra seta e seta dell’orlo degli abiti da sera dovuta alla sovrapposizione del polpaccio di Red Face sulla sua tibia aveva funzionato come un DIN DON della campanella di Pavlov, rinsalivandogli l’immaginazione e il desiderio di avere un ruolo da nomination agli Oscar in quella storia, anche se come attore non protagonista. Se doveva essere la preda, se doveva essere lui il bianconiglio da sacrificare quella sera al Club 54, avrebbe accettato passivamente il suo destino, purché l’etanolo che gli spruzzavano a forza nelle vene senza soluzione di continuità fosse gratis dalla prima all’ultima goccia.
L’Inesistente
Credits: 第72回 行動展(絵画部)会員, 2017